Mi imbarazzo, dunque gioco

20 05 2010

Non giochiamo per fare vedere quanto siamo bravi, ma per fare vedere che non siamo così scarsi.

Questo è più o meno quanto ha affermato a proposito di Farmville Brian Reynolds, chief game designer del celebre social games di Zynga, durante il Dice Summit. Reynolds in modo provocatorio ha voluto ribaltare un assunto strettamente legato al gioco: giochiamo per divertirci e più ci divertiamo più continuiamo a giocare.

Niente affatto, quando parliamo di social game, game non è uguale a fun, bensì a embarassement. E lo sostiene uno che ha capito come fare giocare 87milioni di persone (più degli utenti mondiali di Twitter, per intenderci), non una volta, ma nei mesi, e non sono una console, ma su un social-network.

If I don’t come back, not only do I lose my investment of my time and my gold, but I’m shamed. I look bad in front of my friends when they come to visit my farm… We’re social animals and we don’t want to be shamed in front of our friends”, come riporta Kotaku.

Per capire la sua affermazione proviamo a pensare alle scuole superiori: non tutti hanno avuto la fortuna di essere già popolari, sicuri di sé e capitani della squadra di calcio, la maggior parte di noi si è dovuta arrabattare tra fisici gracili, acne e insuccesso con l’altro sesso. Ecco, secondo Reynolds, una sensazione simile è ancora possibile su Facebook – che non ha caso è nato proprio per tenere i contatti con i compagni di scuola e dove, volenti e nolenti, a tutti sarà arrivata la proposta di una rimpatriata.

Se in casa nostra, con la nostra console possiamo fallire la pista arcobaleno di Mario Kart o continuare a fare mille volte lo stesso errore per finire un puzzle di Braid e nessuno ci può giudicare, Facebook è proprio il luogo online in cui per eccellenza siamo noi stessi, non con un nick ma con un nome e un cognome, con il nostro compleanno, le nostre foto e i like alle cose che ci piacciono, e questa nostra identità online è sotto gli occhi di tutti e ci rappresenta: quindi, chi vuole essere rappresentato da un campo di patate mal coltivato, pieno di erbacce? Forse dedicarsi al raccolto non è così divertente, ma certo mostrare a tutti di non sapere gestire il proprio terreno equivale a inciampare e cadere davanti ai compagni durante la partita di basket a educazione fisica.

Ci si impegna a Farmville soprattutto per evitare l’imbarazzo che può rendere così forte solo un contesto social in cui ci mettiamo la faccia: quando parliamo di social game, “social comes first”.

In definitiva, speriamo che tutti passino sul nostro profilo a vedere quanto è bello il nostro orto per scacciare l’incubo di quei momenti in cui non si veniva invitati alle feste o si finiva vittima del lancio della coca-cola come in Glee:

Questo post è pubblicato anche su Invaders Den, uno spazio online in cui riflettere sul panorama ludico, il linguaggio dei giochi e altro ancora.





Friendfeed: dieci suggerimenti per partecipare alla festa

17 03 2010

Oggi non parlerò di gaming, ma proverò a scrivere alcune considerazioni sui  social network e i party.

Numerose ricerche ci testimoniano che i social network sono una delle attività di maggiore successo e interesse per gli internauti: personalmente passo-perdo-investo gran parte del mio tempo online su Friendfeed e mi capita spesso di pensare a quanti e quali meccanismi si creino al suo interno.
Immaginando Friendfeed come una festa a cui tutti possono potenzialmente partecipare, diciamo la FriendFeast, secondo me è bene tenere a mente alcune delle seguenti dritte:

1.    È più comodo arrivare con un invito: ogni festa ha i suoi imbucati, si sa, e in ogni festa ci sono quelli che si aggirano solitari con in mano un’oliva all’ascolana e un rosè. Prima o poi si conosce qualcuno, ma dipende quanto si è pazienti o socievoli. Se invece venite presentati da chi è già alla festa da un po’, come ha fatto LaFra con me, troverete più facilmente qualcuno che mi rivolgerà parola e brinderà con voi. Insomma, se siete appena arrivati e non conoscete nessuno, provate almeno a imbucarvi nel cocktail di benvenuto.
2.    Non presentarsi a mani vuote: anche se non vedete l’ora di avventarvi sul buffet, è buona norma portare qualcosa alla padrona di casa, che sia il vino, il gelato, o cappellini e trombette. Ovvero portate alla FriendFeast la vostra attività in rete, fate capire che avete qualcosa da dire, se conoscete già qualcuno fatevi riconoscere (presentarsi sempre con lo stesso nome è un buon inizio): gli altri avranno l’impressione che non siete lì per caso, che non ve ne andrete prima della tombola e che anzi potrebbero incontrarvi in altre feste. Tra l’altro la FriendFeast è un ottimo modo per dare visibilità a quello che portate, dato che se è buono gli altri vi faranno almeno un sorriso.
3.    Cercare i propri simili: non è bello arrivare a una festa e trovare qualcuno vestito esattamente come noi, ma forse è peggio vestirsi da fatina quando tutti hanno la spilla da balia in bocca. La cosa più comoda è iniziare a parlare con chi ci somiglia. Se siete imbellettati come Rossella O’Hara, cercate qualcuno che apprezzi il cinema, se vi atteggiate come Master Chief, cercate qualcuno che capisce chi siete: è una festa molto grande, trovare chi ha i vostri stessi gusti è un buon modo per farvi conoscere senza essere invadenti.
4.    Chiedere consiglio: alle persone piace sentirsi importanti e dare la propria opinione anche se non richiesta. Tra l’altro ci sono alcuni che hanno un’opinione granitica su praticamente tutto lo scibile umano. Se vi aggirate per la festa chiedendo come si usa la carta da forno, quale conto corrente aprire o quale canzone d’amore vi strugge di più, probabilmente qualcuno vi risponderà e potrete farvi un’interessante idea di quello che pensano gli altri.
5.    Andare in salotto a vedere la tv: una delle cose divertenti di questa festa è che si può tranquillamente andare a vedere la tv e nessuno si offende, anzi, si trova spesso il divano già occupato. L’unione fa la forza e se prima era da sfigati restare in casa a vedere San Remo mentre tutti uscivano, alla FriendFeast si esce con gli altri restando tutti a casa propria a vedere San Remo. Non è vero che i più “cool” della festa non vogliono la sala tv, solo che la vogliono in un posto che per loro è cool e che li faccia sentire tali per dare vita al gruppo d’ascolto.
6.    Comprare la cartella per la tombola: quando la conversazione cala e il buffet scarseggia, bisogna sperare che i padroni di casa abbiano organizzato un gioco. Giocare insieme è da sempre uno dei modi più spassosi per socializzare, soprattutto se la tombola prevede la collaborazione di più persone e se chi l’ha organizzata sa come funziona la festa. Questa persona si guadagnerà fama e gratitudine.
7.    Scovare le stanze segrete: ogni festa che si rispetti ha i suoi privè, le stanze dove ci si imbosca, dove la calunnia è un venticello, dove senza un invito non entra nemmeno la luna. Qui c’è poco da fare, giocatevela bene nella sala principale e quando qualcuno vi fa l’occhiolino, non fatevi sfuggire l’occasione.
8.    Uscire dalla torta ed esibirsi: qualcuno deve pure fare animazione. Si sa, chi si espone si prende gli applausi e le critiche, ma in fondo fa un piacere a tutti dando qualcosa di cui (s)parlare. Potete mettervi improvvisamente a cantare, potete piazzarvi su un tavolo e fare polemica, potete anche fingere di dire qualcosa sottovoce sapendo che vi sentiranno tutti. Magari vi daranno delle trequartiste, ma tutti sapranno chi siete se è questo che volete.
9.    Parlare di altre feste: per alcuni andare a un party è un impegno, per altri un’occasione, per altri ancora quasi una professione. Se vi piace organizzare incontri, siete nel posto giusto per dirlo e per fare in modo che qualcuno venga. Spesso il successo della vostra iniziativa è misurabile dalla quantità di lamentele degli esclusi e sappiate che chi parteciperà farà di tutto per farlo sapere agli altri immortalandosi gli uni con gli altri con le reflex in una specie di mezzogiorno di foto.
10.    Fare i complimenti alle piastrelle: prima di uscire, ricordatevi di dire qualcosa alla padrona di casa, ringraziatela, fatela sentire apprezzata. Alla fine la maggior parte delle persone è alla festa per un solo motivo, ma si può sempre raccontare che si era interessati alle piastrelle.

Alla fine l’unica cosa che mi manca è cronista indiscreta della festa, una Gossip Girl che sia “your one and only source into the scandalous life of the FriendFeed elite”, ma chissà, magari è in una stanza segreta in cui nessuno mi ha invitato.





Auguri con Christmas Light Hero

25 12 2009

Stanchi dei soliti addobbi? Indecisi tra le decorazioni blu e argento o rosso e oro? Annoiati dai Babbo Natale impiccati ai balconi e stritolati dalle loro scalette?

Bene, potete sempre trasformare il vostro cortile con Christmas Light Hero come ha fatto Ric Turner. Basta avere una chitarra Wireless della Wii e 7 light controllers realizzati da Light-O-Rama. E non dimenticatevi di leggere con attenzione le istruzioni dell’ideatore e di procurarvi una buona assicurazione.

Dopo di che potete anche sostituire la tombola condominiale invitando i vicini a giocare e sfidandoli a battere il vostro punteggio.

Auguri a tutti i giocatori