Questo non è un videogame

29 11 2008

Giustamente parlando del grande successo di Nintendo – non dimentichiamolo, un’azienda che fino all’ultima generazione di console aveva chiaramente un ruolo da follower – si cita la strategia oceano blu: uscire da un mercato indifferenziato attraverso un nuovo modo per segmentare i consumatori (per essere sintetici!).

Nintendo sia nella sua offerta di console da salotto sia in quella di console portatile si pone oramai come un produttore tecnologico che vede nel gaming una delle sue applicazioni: non l’unica e a volte nemmeno la più importante, visti gli investimenti pubblicitari dedicati a prodotti come Wii Fit.

E’ importante infatti considerare che una strategia oceano blu è decisamente allettante, ma richiede anche forti investimenti di comunicazione e rischi, poichè occorre creare awareness verso un nuovo pubblico, spiegare chiaramente il prodotto, se è possibile farlo provare (eventi sul territorio) e non si può sperare che il proprio pubblico diventi da subito portatore attivo del messaggio: finalmente il buon vecchio consumatore passivo, che non va di moda, ma non per questo è scomparso 🙂

Insomma, l’offerta per le console Nintendo comprende prodotti che non possono essere definiti propriamente videogame, a meno che non siamo disposti a cambiare il significato di questa definizione e a darne una valenza più “culturale” (nel senso basso del termine, se ha senso distinguere tra basso e alto).

Una delle leve per avere credibilità in questo nuovo ambito consiste nel legarsi a brand già affermati, estranei al mondo del puro intrattenimento ludico. Mi vengono in mente due esempi, ovvero due giochi (?), entrambi sviluppati dalla Ubisoft. Il primo è “Hell’s Kitchen” (Wii, DS, PC), e in questo caso il brand è lo chefstar Gordon Ramsay, il secondo è “Il mio coach di benessere: smetto di fumare” (DS), e il brand è il guru Allen Carr. Di cosa si tratta?

  • “Hell’s Kitchen” è un famoso reality show sotto forma di sfida di cucina in onda sulla tv inglese. L’attrattiva principale del programma è la presenza di Gordon Ramsay, uno dei massimi attori del palcoscenico culinario internazionale, celebre anche per il carattere intransigente. Nel gioco Ramsay, che presta la voce anche al personaggio virtuale, si trova a giudicare la preparazione di un piatto e ricompensa i successi con vere ricette esclusive
  • “Il mio coach di benessere: smetto di fumare” trasporta su console il metodo “easyway” con cui Allen Carr promette di riuscire a fare smettere di fumare: il libro è tradotto in 25 lingue e si parla di 9milioni di copie vendute! Qui la componente ludica è davvero secondaria (se non terziaria), rispetto al training per avere un programma personalizzato, al controllo dei propri consumi di sigarette e dei progressi ottenuti.

Nintendo non è quindi solo una miniera d’oro per se stessa, ma anche per gli sviluppatori terze parti che trovano un ambiente ideale, come immagine e come installato, per raggiungere nuovi target. Ma la cosa che mi sembra ancora più interessante è la capacità di questi videogame di rendere la “macchina per giocare” un vero device multitasking, un mezzo di divertimento, di comunicazione e di educazione.

O no?

E in un momento in cui la televisione ed editoria lamentano il calo degli utenti, soprattutto in alcune fasce d’età, quali nuove opportunità può portare ciò che prima chiamavano videogame?